venerdì 18 settembre 2009

QUANDO LOTTIAMO PER CAMBIARE LE COSE


--- a volte ci dimentichiamo che questo implica che nel frattempo cambiamo anche noi stessi.


Subcomandante Marcos


è un rivoluzionario messicano, portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Esistono, secondo una stima approssimativa, 76 comandanti, ma un solo subcomandante. Questo perché i comandanti hanno un mandato affidato loro dalle assemblee popolari e in qualsiasi momento il loro titolo potrebbe essere revocato; il subcomandante invece comanda l'esercito e per questo motivo si trova in una posizione gerarchica più alta.

giovane intellettuale di città convertito alla cultura indigena: è un bianco, ma copre il suo viso con un passamontagna, percorre a cavallo le oscure selve messicane e appare nel buio, accompagnato sempre dal suo computer portatile. Colto, acuto, ironico, figlio della borghesia ha una duplice identità: la sua, sconosciuta (molti dicono sia stato un professore di filosofia e arte, ed altri, come Rosario Ibarra de Piedra, pioniera della lotta per i diritti umani in Messico, dicono di vedere in lui Jesùs Piedra Ibarra, desaparecido politico); l'altra, quella di un guerrigliero al servizio di un popolo oppresso

Il suo è il ritratto di chi, "comandando ubbidendo" , si è messo al servizio dei perdenti della Terra, dei dimenticati, dei non riconosciuti che, stanchi, ma non più disperati, hanno imparato a non arrendersi mai, a nessuna condizione. La voce di questi popoli si propaga attraverso quella maschera nera: quella voce, che afferma che in questo nuovo mondo bisogna essere decisi a non cedere il passo al pensiero unico della globalizzazione, che vede nella propria differenza, nella propria non riducibilità a un modello occidentale, l'unica strada per riappropriarsi di se stesso e della propria memoria.

Un elemento non secondario della grande capacità comunicativa di Marcos - capacità che costituisce forse la ragione principale per cui il caso Chiapas è da oltre un decennio all'attenzione dei mass media - è la sua scrittura. I suoi comunicati, le sue lettere sono di pregevolissima fattura. Con lui il comunicato politico è uscito dall'angusto ambito politico per entrare in quello letterario. Vanno ricordati soprattutto due personaggi da lui creati: il vecchio Antonio e Don Durito della Lacandona. Il primo rappresenta il lato indigeno della sua cultura, mentre il secondo è espressione della cultura occidentale. Don Durito infatti è uno scarafaggio che, similmente a Don Chisciotte, pensa di essere un cavaliere errante e tratta lo stesso Marcos come fosse il suo scudiero. Di Don Durito il Premio Nobel per la letteratura Octavio Paz, certo non molto affine politicamente a Marcos, ha detto che si tratta di "un'invenzione letteraria memorabile". Affermazione cui il Subcomandante Marcos ha replicato, con il suo personale gusto per il paradosso, "lui non è un'invenzione, è reale. Io, semmai, sono un'invenzione
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Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia.
Attribuita anche a Ernesto "Che" Guevara dalla Serna.
Se vuoi conoscere Marcos basta solo guardarti allo specchio, perché anche tu sei Marcos, perché siamo tutti Marcos.
Imparando a sognare imparano a diventare grandi, a diventare degni, imparano a lottare. (da Racconti per una solitudine insonne)
È meglio dirsi addio quando si arriva. Così sarà meno doloroso quando ci si dovrà lasciare. (da Racconti per una solitudine insonne)


E così il primo accordo che raggiunsero i primissimi dei fu di riconoscere la differenza e di accettare l'esistenza dell'altro. (da Racconti per una solitudine insonne)

Marcos è gay a San Francisco, nero in Sudafrica, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indigeno nelle strade di San Cristóbal, ragazzino di una gang a Neza, rocker a Cu, ebreo nella Germania nazista, ombudsman nella Sedena, femminista nei partiti politici, comunista nel dopo Guerra fredda, detenuto a Cintalapa, pacifista in Bosnia, mapuche nelle Ande, maestro nella Cnte, artista senza galleria o cartelle, casalinga un sabato sera in qualsiasi quartiere di qualsiasi città di qualsiasi Messico, guerrigliero nel Messico della fine del XX secolo, scioperante nella Ctm, reporter di note di riempimento nelle pagine interne, maschilista nel movimento femminista, donna sola nella metro alle 10 di sera, pensionato annoiato nello Zócalo, contadino senza terra, editore marginale, operaio disoccupato, medico senza impiego, studente anticonformista, dissidente nel neoliberismo, scrittore senza libri né lettori e, certamente, zapatista nel sud-est messicano. Marcos è tutte le minoranze rifiutate e oppresse, resistendo, esplodendo, dicendo "¡Ya basta!" – Ora Basta! Tutte le minoranze nel momento di parlare e maggioranze nel momento di tacere e sopportare. Tutti i rifiutati cercando una parola, la loro parola, ciò che restituisca la maggioranza agli eterni frammenti, noi. Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos. (dal comunicato del 28 maggio 1994)
Siamo un esercito di sognatori: è per questo che siamo invincibili.


TRATTO DA RACCONTI PER UNA SOLITUDINE INSONNE (edizione Mondadori)


LA FAVOLA DEL RANOCCHIO TRASGRESSIVO

C'era una volta un ranocchio che non era d'accordo col suo essere un ranocchio e che voleva essere un coccodrillo.

Allora andò alla palude a cercare il coccodrillo e gli disse IO VOGLIO ESSERE UN COCCODRILLO

E il coccodrillo rispose NON PUOI ESSERE UN COCCODRILLO PERCHE' PER NATURA SEI UN RANOCCHIO.

SI disse il ranocchio MA IO VOGLIO ESSERE UN COCCORDILLO. COSA BISOGNA FARE PER ESSERE UN COCCODRILLO?

NON DEVI FARE NIENTE, UNO NASCE COCCODRILLO ED è COSI' PER NATURA, UN COCCODRILLO è UN COCCODRILLO

Il ranocchio gli disse MA IO VOGLIO ESSERE UN COCCODRILLO. SA PER CASO DOVE O CON CHI MI POSSO LAMENTARE PERCHE' SONO UN RANOCCHIO E CHIEDERE SE MI LASCIANO ESSERE UN COCCODRILLO?

NON SAPREI, FORSE LO SA IL GUFO rispose il coccodrillo
E cosi' il ranocchio andò a cercare il gufo nel bosco. Li incontro' un altro ranocchio e gli chiese dove fosse il gufo.

LUI LAVORA SOLO DI NOTTE gli rispose l'altro ranocchio MA STAI ATTENTO QUANDO CI VAI A PARLARE PERCHE' IL GUFO MANGIA I RANOCCHI
Allora il ranocchio aspettò che arrivasse la notte e nell'attesa si preparò una fortificazione per proteggersi dagli attacchi del gufo.
Mise una pietra sopra l'altra fino a che non si costruì una piccola caverna e li' si nascose.
Quando arrivò la notte arriò anche il gufo e il ranocchio ben chiuso nella sua caverna gli disse

SIGNOR GUFO SA PER CASO DOVE O CON CHI MI POSSO LAMENTARE PERCHE' SONO UN RANOCCHIO ED ESIGERE CHE MI LASCINO ESSERE UN COCCODRILLO, PERCHE' è QUELLO CHE VOGLIO ESSERE?

CHI è CHE PARLA E DOVE SI TROVA? Chiese a sua volta il gufo.
SONO IO E SONO QUI rispose il ranocchio, e il gufo volò subito giù per afferrarlo con i suoi artigli, ma siccome era dentro la caverna il gufo riusci a prendere solo una pietra e la mangiàò pensando fosse un ranocchio .
(….)

VA BENE disse il gufo TI RISPONDO: TI DEVI LAMENTARE CON IL LEONE; è LUI IL RE DELLA FORESTA E SOLO LUI SA PERCHE' OGNUNO è LA SUA COSA

(…)

Quando il leone uscì dalla caverna il ranocchio gli disse

SIGNOR RE LEONE VENGO A LAMENTARMI PERCHE' SONO UN RANOCCHIO E INVECE IO VOGLIO ESSERE UN COCCODRILLO
CHI è CHE PARLA? Chiese il leone?

Allora il ranocchio rispose

SONO IO
VENGO A LAMENTARMI PERCHE' NON SI PUO' ESSERE CIO' CHE SI VUOLE ESSERE, MA BISOGNA ESSERE QUELLO CHE SI è PER NATURA disse il ranocchio

COSI' STANNO LE COSE disse il leone OGNUNO è QUELLO CHE è E NON PUO' ESSERE ALTRO. L'UNICA COSA DA FARE è ESSERE BENE CIO' CHE SI è

Il ranocchio non sapeva se i leoni mangiano i ranocchi e nel dubbio ritornò balzelloni nel suo stagno
Il ranocchio se ne andava tutto triaste saltellon saltelloni, perche' ciasuno è ciò che è e non puo' essere altro e ciascuno puo' essere solo cio' che è

Assorto nei suoi tristi pensieri il ranocchio arrivò nello stagno e si mise a cercare il coccodrillo
Ma quando arrivò alla palude non lo trovò

MA COME, NON LO SAI? IL COCCODRILLO è STATO UCCISO DA UN CACCIATORE E ORA è UN PAIO DI SCARPE ED UNA BELLA BORSA DI PELLE DI COCCDRILLO


QUESTO Sì CHE VUOL DIRE TRASCENDERE L'ESSERE ANIMALE disse il ranocchio NON è MICA UNO SCHERZO

E si mise a studiare ed a far pratica per essere un coccodrillo
Sembra che gli riuscì bene ed alla fine ingannò perfino un cacciatore

Dicono che il coccodrillo ORA è un portamonete carino.

E' FATTO CON LA PELLSE DI UN COCCODRILLO MOLTO SPECIALE dice la ricca signora che l'ha comprato.

MORALE: OGNUNO HA CIO' CHE SI MERITA