martedì 29 settembre 2009

Competizione e affermazione - parte 2 -


da VITTORINO ANDREOLI

PERCHE' SIAMO ARRIVATI AD UNA SOCIETA' IN CUI LA PAROLA D'ORDINE E' COMPETIZIONE?

Al giorno d'oggi si tende ad invidiare, a non accettare la sconfitta, a voler essere primi ed a reagire con rabbia. (tipico comportamento dell'automoblista)
Tutto questo è il frutto della nostra cultura e QUINDI NON NECESSARIO IN TERMINI ASSOLUTI.

Ad esempio Kropotkin, che sviluppa le proprie idee all’apogeo del clima positivista e scientista dell'800, fu fortemente inflenzato dal suo essere contemporaneamente scienziato e anarchico, per questo si legò fortemente al razionalismo illuministico.

In questo "clima" egli lancia la sua sfida intellettuale: dimostrare che l'anarchismo è in perfetta sintonia con lo sviluppo e i metodi della scienza , che esso ha basi scientifiche indiscutibili e, soprattutto, dimostrare che la vita umana ed animale è prevalentemente basata sulla cooperazione e la solidarietà, piuttosto che sulla lotta.

In questa maniera l’anarchico russo vuole criticare sia le teorie del socialismo scientifico, in particolare quelle del metodo dialettico e del determinismo economico, sia le teorie dei discepoli del "darwinismo sociale" che giustificano l’oppressione del forte sul debole.
Gli elementi cardine del pensiero kropotkiniano sono: il determinismo scientifico, l’etica e l’anarco-comunismo.

Sostenere che la competizione non faccia parte della natura umano non ha senso, senza competizione l'umanità non esisterebbe affatto.

L'ANTROPOLOGIA E LA STORIA HANNO DIMOSTRATO CHE LA LOTTA è STATO IL FILO CONDUTTORE DELL'EVOLUZIONE UMANA.
E' PERO' POSSIBILE NON RIPETERE LA STORIA, CI SI PUO' CHIEDERE SE L'UOMO NON SI SAREBBE POTUTO EVOLVERE ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE MAGARI DIVENENDO UN ESSERE MIGLIORE
LA STORIA DEL PASSATO E' GIA' STATA SCRITTA, MA NON E' DETTO SI POSSA MODIFICARE QUELLA FUTURA, CARATTERIZZANDO L'UOMO SUL PIANO DELLA COOPERAZIONE E NON PIU' DELLA LOTTA


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SE C'è GRANDE COMPETIZIONE, PER AFFERMARVI DOVRETE SEMPRE ELIMINARE QUALCUNO.
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C'è una grande differenza tra L'AFFERMAZIONE DEL SE e L'AFFERMAZIONE DELL'IO

Per affermare il SE è necessaria la presenza dell'altro, per l'affermare L'IO questo non è necessario - è necessaria una PLATEA non qualcuno con cui interagire veramente
Il DITTATORE è colui che ha un gran bisogno di affermare il proprio IO e considera tutti gli altri come una sorta di platea con cui non scambiare mai una reale relazione affettiva. L'ALTRO SERVE SOLO PER ESSERE USATO E DIVENTA UNA FORMA DI ESTENSIONE DEL PROPRIO IO.


Il SE è cio' che lega un individuo all'altro e tale legame affettivo puo' sfociare nell'amore - E' COME SE UNA PERSONA SI SENTISSE INSUFFICIENTE E PER QUESTO AVESSE BISOGNO DELL'ALTRO.
l'amore è bellissimo perché in esso si riesce a vivere la limitazione del proprio sé. Tramite il sé si può avere la possibilità di completarsi nell’altro, mentre l'io si sente onnipotente e pensa di poter dominare gli altri
IL se si relaziona agli altri, l'IO non fa altro che specchiarsi negli altri.
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Inoltre se una persona HA UN FORTISSIMO BISOGNO DI AFFERMARSI SI CONCENTRERA' SEMPRE SUL SUO NEMICO
E' la cosiddetta cultura del nemico, io DEVO arrivare primo, quindi devo tenere costantemente d'occhio colui che mi sta dietro per poterlo ELIMINARE, DATO CHE è LA PERSONA CHE POTREBBE PORTARMI VIA IL PRIMATO
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Credo sia possibile una società con degli obiettivi SOCIALI. SE IN UN'ORCHESTRA IL FLAUTO O IL VIOLINO PENSASSERO - VOGLIO FAR VEDERE QUANTO SONO BRAVO - COMBINEREBBERO UN DISASTRO.



da ALESSANDRO DAL LAGO
Una buona società ben organzzata puo' mettera la maggior parte delle persone nella posizione di competere per il successo scolastico nel modo piu' equo possibile -a cne se l'equità assoluta è impossibile.
Tenete conto che le nostre società sono, benchè lo si dica poco, società in cui il 30% degli individui sono in condizioni di rischio di emarginazione
Sono abbastanza difficili livelli di competizioni paritari, anche se noi lo neghiamo a parole, di fatto comunque sia conta chi emergerà alla fine.
Emergerà il piu' intellogente, quello che si applica di piu', quello che ha piu' talento…
MA NESSUNO ANDRA' A VEDERE SE DURANTE LE ELEMENTARI AVEVA DEI GENITORI CHE LO FACENAO LEGGERE , O IN CHE QUARTIERE VIVEVA, OPPURE SE INVECE AVEVA DELLE CONDIZIONI DI PARTENZA PIU' POVERE

DOBBIAMO RIFLETTERE SUL PERCHE' SIAMO OSSESSIONATI DA QUESTA IDEA DEL COMPETERE
L'ARRIVISMO AD OGGI NON HA PIU' NIENTE DI NATURALE , E' IL RISULTATO DI CODICE DI COMPORTAMENTO CHE CONSIDERIAMO NATURALI PERCHE' CI VIVIAMO DENTRO.
OGGI POI C'è ANCHE IL PROBLEMA CHE SE NON PERSEGUIAMO LA RICERCA DEL DENARO O DEL POTERE O DELL'INFLUENZA SOCCOMBIAMO.
LA NOSTRA SCONFITTA NON SARA' MAI ATTRIBUITA ALLE NOSTRE CONDIZIONI DI PARTENZA, MA ALLA NOSTRA INCAPACITA' O AL NOSTRO MORALE.

La morale che complica la competizione è IL MORALISMO. Chi non riesce non è un perdente, è semplicemnte una persona che non vuole riuscire.